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Come Funziona l’Indicatore RSI

Il Relative Strength Index, noto anche come RSI, è uno degli indicatori più utilizzati dagli operatori tecnici. Si tratta di un oscillatore, dunque questo significa che il suo valore si muove avanti e indietro tra i livelli di 0 e 100. E’ un indicatore stato introdotto da Welles Wilder nel mese di giugno del 1978. L’RSI è usato più spesso dai day trader e da altri investitori a breve termine, ma le informazioni che fornisce possono aiutare tutti gli investitori.

La RSI ci offre l’indicazione se la moneta si trova in una situazione di ipercomprato o di ipervenduto. In altre parole è una misura della quantità di moto. Se il prezzo di una moneta è in aumento, l’RSI si sposta verso l’alto, in direzione del valore di 100, il che implica un eccessivo acquisto di quella coppia di valute.

Se il prezzo della coppia è in calo, invece, l’RSI si sposterà verso il basso. Ciò implica una forte vendita della coppia di valute stessa. Quando Wilder ha introdotto l’RSI ha consigliato di utilizzare 14 giorni come periodo di default. Da allora l’RSI si è adattato anche ad altri scenari e a tutti i trader, diventando molto usato anche con periodi di 9 e di 25 giorni.

Dato che un trader può usare l’RSI con successo per diversi periodi di tempo, il suggerimento è provarlo con parametri diversi, fino a trovare il periodo che meglio funziona per le proprie preferenze commerciali, tenendo presente che meno giorni sono usati per il calcolo dell’RSI, più volatile è il valore di questo indicatore.

Per calcolare il valore dell’RSI bisogna considerare il numero di giorni in cui una valuta ha chiuso in salita e occorre confrontarlo con il numero di giorni in cui la stessa coppia di valute chiude in discesa.

La formula di base dell’RSI è data dalla somma dei valori considerati diviso il numero di periodi preso in considerazione.