In economia si intende con il termine congiuntura l’andamento nel breve periodo dei principali fenomeni economici. Di norma, l’arco temporale entro il quale si può parlare correttamente di congiuntura non supera il trimestre. I dati di congiuntura si riferiscono tuttavia soprattutto agli andamenti mensili, perché è con questa frequenza che vengono di norma diffusi.
Con riguardo ai dati sulla occupazione per esempio, la congiuntura assume tradizionalmente cadenza trimestrale visto che le indagini condotte dall’Istat hanno questa frequenza. Analogo discorso vale per i dati di contabilità nazionale come il Pil o i suoi costituenti. Per la maggioranza degli altri indicatori invece la frequenza è mensile. Pertanto, l’esame della congiuntura consiste soprattutto nell’analisi delle variazioni mensili, dette appunto anche congiunturali.
Tra queste ultime, rivestono particolare importanza quelle relative agli indici dei prezzi, sia al consumo che alla produzione, all’indice della produzione e i dati relativi agli scambi con l’estero.
L’analisi della congiuntura non si limita ad evidenziare eventuali tendenze mostrate dalle variazioni mensili o trimestrali, ma comprende anche una fase di correzione di tali dati e di proiezione degli stessi su un arco temporale che di solito non supera l’anno.
L’utilità di un’analisi della congiuntura consiste soprattutto nell’indicare gli opportuni aggiustamenti di politica economica, sia a livello “micro” che “macro”.
Per l’importanza che riveste anche in ambito politico, l’analisi della congiuntura è commissionata ad organismi specializzati. In Italia, in particolare, è impegnato nell’analisi congiunturale l’Isae, l’istituto di studi e analisi economica, che effettua analisi e ricerche che abbiano .