Cerchiamo di far luce su questa tipologia di titoli obbligazionari che hanno attratto numerosi investitori per il maggior rendimento offerto rispetto alle normali obbligazioni a fronte però di un maggior rischio, non sempre compreso dai risparmiatori
Le obbligazioni strutturate sono strumenti finanziari complessi le cui caratteristiche non sono facilmente e immediatamente comprensibili anche agli investitori più navigati; infatti, l’ampia diffusione avuta nel mercato italiano non si è sviluppata di pari grado con una piena conoscenza della relazione rischio-rendimento di queste attività finanziarie.
La prima emissione di obbligazioni strutturate è stata effettuata a metà degli anni ottanta negli Stati Uniti, mentre sono apparse sul mercato italiano negli anni novanta, in alternativa ai titoli di Stato ed ai certificati di deposito, di solito emesse da banche, per soddisfare le esigenze di molti investitori non più attratti dai titoli di Stato, poiché il loro rendimento si era sensibilmente ridotto in quegli anni.
Sono dette “strutturate” perché sono costruite mediante la combinazione di una normale obbligazione con uno o più strumenti finanziari derivati. Lo strumento derivato è funzionale alle modalità di calcolo della cedola e/o del prezzo di rimborso, a volte particolarmente complesse, in quanto i valori di cedole e capitale a scadenza sono strettamente legati all’andamento dell’attività sottostante al derivato stesso (in genere tassi di interesse o indici di mercato).
Non è facile classificare le obbligazioni strutturate in quanto l’ingegneria finanziaria in questi anni si è data molto da fare e dalle prime emissioni, con caratteristiche abbastanza semplici, si è passati con il trascorrere del tempo a forme sempre più evolute e complesse. Elencare puntualmente tutti i tipi di obbligazioni strutturate esistenti è praticamente impossibile, in considerazione dell’offerta di nuovi prodotti che gli intermediari continuamente propongono.
È possibile però, in funzione delle loro caratteristiche, classificare le obbligazioni strutturate in tre categorie, utilizzando una classificazione proposta per la prima volta da Peng e Dattatreya (The Structured Note Market, 1995).
Le obbligazioni strutturate di prima generazione incorporano le seguenti caratteristiche:
presentano un solo indice di riferimento;
si ha coincidenza di scadenza dell’indice di riferimento, fasi di rilevazione dell’indice e frequenza dei pagamenti;
denominazione dell’obbligazione strutturata e denominazione dell’indice di riferimento sono espresse nella stessa valuta;
possono essere composte da opzioni cap e/o floor sull’indice di riferimento, ma non da opzioni non convenzionali.
Esempi di questa categoria sono le Floating Rate Note (FRN), le Inverse FRN, le Capped FRN, le Floored FRN e le Collared FRN.
Le obbligazioni strutturate di seconda generazione sopportano un maggior rischio di interesse e/o di volatilità rispetto alle obbligazioni di prima generazione e si caratterizzano per
la non coincidenza tra la scadenza dell’indice di riferimento e le fasi di rilevazione dell’indice (di conseguenza con la frequenza dei pagamenti);
la possibilità di contenere più indici di riferimento;
la valuta di denominazione dell’obbligazione diversa da quella di denominazione dell’indice di riferimento;
la possibilità di contenere un notevole effetto leva.
Alcuni esempi, fra le più comuni sono le Constant Maturity Treasury Floating Rate Note (CMT), le Constant Maturity Swap Floating Rate Note, le Surf Note, le Accrual Note e i Libor Enhancement Accrual Note.
Infine, abbiamo le obbligazioni strutturate cross-category, che possono essere distinte a loro volta in quattro gruppi:
currency-indexed: il rendimento dipende dalla differenza di andamento dei tassi di cambio fra diverse valute;
commodity-linked: obbligazioni legate all’andamento di commodity (ossia merci come il petrolio e l’oro);
equity-linked: obbligazioni legate all’andamento dei mercati azionari;
bond-indexed: riproducono l’andamento di un indice obbligazionario.
Le cross-category sottopongono l’investitore anche a ulteriori rischi di mercato in aggiunta al normale rischio di interesse.
Passando in maniera trasversale tra le tre categorie, le obbligazioni strutturate più note sul nostro mercato sono: i titoli obbligazionari callable e putable, i titoli reverse floater e i titoli index linked ed equity linked.
Alcuni fanno rientrare tra le obbligazioni strutturate anche i titoli obbligazionari reverse convertible, mentre in realtà sono considerati, anche dall’amministrazione finanziaria, tra i titoli atipici perché possono non garantire la restituzione del capitale a scadenza.